Titolo: The Selection
Editore: Sperling & Kupfer
Pagine: 298
Prezzo: 17.00€
Trama:
Commento:
Premetto subito una cosa, questo commento avrà due linee di pensiero:
Premetto subito una cosa, questo commento avrà due linee di pensiero:
Perchè
questo libro mi è piaciuto molto, e perchè invece no.
Positivo:
La storyline del fidanzamento segreto del principe e della selezione la trovo
coinvolgente azzeccata e interessante, amo le rivisitazioni del classico
cenerentola e mi incollano sempre alle pagine.
Mettere
tutto questo in un distopico, anche questa è stata un’idea brillante che ho
molto apprezzato, prima di questo di distopico avevo letto solo hungher games e
stavo leggendo Matched, e una trama come quella dei The Selection così di
intrattenimento e alleggerita dal dramma esistenziale spesso troppo pesante per
una lettura YA mi piaceva moltissimo.
Però, e
c’è un però, il punto centratissimo non è stato sviluppato portando a casa un
mio giudizio che con queste premesse poteva essere entusiastico, e di premesse
appunto ce n’erano tantissime appunto.
Iniziamo
dalla copertina piena di fascino e la notizia spammata in rete che la cw (amata
da tutti i YA maniac) ne avrebbe fatto una serie...come non correre a leggere?
Negativo:
La stesura a tratti era “strana”, (raramente in
verità, ma abbastanza da lasciarmi perplessa) non so se derivasse dalla
traduzione ma alcune frasi mi lasciavano
basita perchè apparentemente non avevano molto filo logico nel contesto del
paragrafo.
La
trattazione del rapporto tra America e il fidanzato segreto è stata all’inizio
coerente e coinvolgente poi senza nessun nesso logico con ciò che era stato
premesso vira nel solito limbo di incomprensione da rottura preventiva che fa
da entry point all’inizio del triangolo e del romanzo, e se questo è u
espediente abusato nelle fiction di questo tipo deve anche essere inserito con
criterio, non si può trasformare un personaggio maschile ben delineato, uno
femminile altrettanto e una coppia con
legami forti ed “epici” nel giro di tre pagine perchè fa comodo: in un perfetto
idiota smidollato e vigliacco lui e in una banderuola oca lei. Insomma va bene
che serviva alla trama ma il lettore non ha il cervello di un carciofo e come
minimo gli rimane la testa a punto interrogativo per un capitolo, salvo che la
scrittrice ho notato tenta immediatamente nel giro di una pagina di mettere
“pezze” che stanno poco in piedi.
La Trama:
Premesso ciò che di geniale e bello c’era ed ho apprezzato moltissimo, il resto
è banalmente scopiazzato dalla Collins (c’è anche da dire che mentre leggevo
questo romanzo di distopico avevo letto interamente solo la la trilogia di
Hungher Games, e non sapevo che certi
elementi come la dittatura, il controllo delle masse, ad esempio sono
ricorrenti, ma resta il fatto che fosse imbarazzantemente simile), questo è
stato stupido secondo me, perchè un idea fantastica come quella di questo
romanzo meritava sicuramente di più.
Nel
dettaglio: I numeri nelle caste poteva risparmiarseli, come anche i riferimenti
alla fame che sono banalmente amplificati quando occorre e banalmente
ridimensionati quando serve e trattano il tema dell’alimentazione come diritto
umano (tragico e magnifico nella Collins) come un argomento sciocco da spargere
qua e là come condimento al tutto.
La
coerenza: una battaglia persa.
Questo
romanzo parte da un worldbuild interessante, ma le spiegazioni e la
plausibilità fanno acqua da tutte le parti, sopratutto perchè incomplete.
Okay è il
primo romanzo, ma dovrebbe introdurre meglio come sensatezza e presentazione il
tutto.
Detto
questo ritorniamo a ciò che mi ha incollato alle pagine, perchè nonostante
volessi abbandonarlo per demenzialità più di una volta, non potevo, e non
potevo perchè alcune cose mi piacevano ed erano come ho già detto geniali.
Maxon: il
principe, i suoi dialoghi compiti davano lo specchio preciso della sua condizione
con una plausibilità assoluta. La sua nascosta timidezza da inesperienza
amorosa affiorava e spariva in un modo fantastico.
La
famiglia di America: deliziosamente caratterizzata.
Aspen:
fino a quando non è stato sacrificato all’altare del “mi serve che diventi un
deficiente” era un personaggio affascinante e bello sotto tutti gli aspetti,
che, ad onor di cronaca, devo dire è stato riabilitato subito (per fortuna!)
America:
purtroppo mi è piaciuta solo nelle prime pagine con Aspen in cui era coerente e
decisa, e nel castello nel primo periodo per le stesse ragioni.
Quando si
è proceduto a renderla cretina a favore del triangolo sia prima (in
preparazione) che dopo (quando era in atto) è stata molto più che deludente:
francamente inguardabile o meglio illeggibile.
Per la
prima volta volevo dare due gocce, ma la storia francamente è bella e
innegabilmente rapisce, i personaggi maschili sono affascinanti, quelli minori anche, e persino la protagonista
quando non soffre il cortocircuito del banderuolismo sentimentale becero
condito con un ochismo incomprensibile è un personaggio carino, forte e
positivo, sono sicura sarà una lettura che vi appassionerà quindi il mio
giudizio (apparte le critiche che ho espresso) resta buono.
The Selection Saga:
- The Selection
- The Elite (non uscito in italia)
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